Grida il cielo.
Alti Watussi suonano il loro timore.
Piante percosse da inquieto vento
Perdono frastornate i frutti di una vita.
Distruzione, Morte: Paura.
Da secoli, forze naturali incontrollate
Spadroneggiano sulla nostra volontà.
Immobili, dalle nostre grotte, osserviamo:
Ammiriamo il caos che avvolge la nostra natura.
In questa pallida notte d’estate
Tempo in rivolta e anima in tempesta.
Questo sono:
La voce dell’oblio.
Il mio.
Foglie appassite, un rumore lontano.
Ricordi d’alloro e profumi,
Lontano.
Mano sinuosa e spada inclemente.
Lontano.
Lontano.
Nel nulla mi appaio
Solo, desolato.
Vento distrusse
Amore ch’io ho dentro.
Dannata anima dannata,
Raccontare ciò che il vento sente!
Più fondate le tue fondamenta
Più durature le tue verità.
Potrei impazzire.
Apatia in me e caos nel vento.
Può la quiete essere tanto rumorosa?
Raggio di luce spezza l’oscuro che vile fugge via.
Vile
L’oscuro
Un piccolo lume
Per farlo andar via.
Ma è calmo, come sempre, il vento fuori.