Ad una professoressa ignorante:
E quando le parole tacciono,
i fragili paraventi della nostra vanità si diradano.
Nudi, spogli, con in mano fiocchi di neve ingialliti
figli d’una purezza passata, d’una gioventù perduta,
restiamo, contempliamo, invecchiamo.
Il silenzio d’una risposta celata;
una verità mal coltivata.
Due modi conosco per tacere, due soli:
tacere nel suono o nel pensiero.
Ma
chi tace nel pensiero al pensiero non è avvezzo
tanto quanto l’usignol che a cantar prova ribrezzo.