E se i tuoi amici ti abbandonano
forse erano un fuoco di paglia,
se la loro presenza non ti giova
stracciali come questa sterpaglia.
E se quello sguardo vicino,
una volta fraterno, diviene meschino
affonda le dita fin dentro quegli occhi
e cavali fuori attraverso i condotti.
Perché se poi questa forza ti viene a mancare,
e su quella via tu dovessi tornare,
da fiori malati innaffiati dal pianto
non è mai nato alcun sentimento santo.
Quei fiori malati di speme tradita
Racchiudono il segno di un’amicizia finita.
Ma la vita, incurante, continua lo stesso
e ti guardi allo specchio in uno stagno riflesso.
Un airone, un uccello, si rivela tuo amico
quando, in realtà, non è altro che un plico.
Un plico di carta, bianca, novella,
cui tu col tuo cuore hai dato favella.
Poiché questa è la regola che non devi scordare:
il tuo amico, per sempre, che devi salvare
sei tu stesso, in persona, in carne ed in ossa
l’unico uomo con te nella fossa.